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Premialità edilizia

Premialità edilizia

Per premialità edilizia si fa riferimento all’attribuzione da parte dell’amministrazione comunale di diritti edificatori in aggiunta a quelli riconosciuti in via ordinaria dal piano a favore di taluni soggetti ritenuti meritevoli per avere posto in essere delle condotte che hanno favorito il raggiungimento di interessi pubblici.

Nello specifico, gli interventi di riqualificazione urbana diretti a realizzare attrezzature e servizi in aggiunta a quanto necessario per soddisfare gli standard o a migliorare la qualità ambientale determinano un premio riconosciuto dalla pubblica amministrazione e consistente nell’attribuzione di un bonus di diritti edificatori in aggiunta a quelli già spettanti all’area.

Tra le misure incentivanti possono farsi rientrare, ad esempio, quelle previste dall’art. 5, comma 9, d.l. 13 maggio 2011, n. 70, convertito con 1. 12 luglio 2011, n. 106 (c.d. decreto Sviluppo), a norma del quale, al fine di incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente e di promuovere la riqualificazione di aree urbane degradate, le Regioni approvano specifiche leggi per favorire tali azioni anche con interventi di demolizione e ricostruzione che prevedano, tra l’altro, il riconoscimento di una volumetria aggiuntiva rispetto a quella preesistente come misura premiale e la delocalizzazione delle relative volumetrie in area o aree diverse.

All’ambito della premialità edilizia è, poi, riconducibile l’art. 3 bis, D.P.R. n. 380 del 2001, aggiunto dall’art. 17, comma 1, lett. b), d.l. n. 133 del 2914 (c.d. Decreto sblocca italia, che consente all’amministrazione comunale di favorire, in alternativa all’espropriazione la riqualificazione delle aree attraverso forme di compensazione rispondente al pubblico interesse comunque rispettose dell’imparzialità e del buon andamento dell’azione amministrativa.

Trattasi di misure, come evidenziato dal giudice costituzionale (cfr. Corte cost., 5 aprile 2016, n. 67), con finalità composite, intese a combinare, in contesti procedimentali di urbanistica contrattata, il mancato onere per l’amministrazione comunale, connesso allo svolgersi di procedure ablatorie, con la corrispondente incentivazione al recupero, eventualmente anche mi-gliorativo, da parte dei proprietari, del patrimonio immobiliare esistente; il tutto in linea con l’esplicito intento legislativo di promuovere la ripresa del settore edilizio senza aumentare, e anzi riducendo, il consumo di suolo[1].


[1] Cfr. A.S.A. D’Angió, C. Consoli, compendio di diritto dell’urbanistica, nel diritto editore, 2021.